Autostima: Sei Pilastri, Zero Scuse
Oggi si parla di autostima. Non quella roba zuccherosa da Instagram, con gli unicorni che saltano sugli arcobaleni. Parliamo di Nathaniel Branden, psicoterapeuta che, armato di sei pilastri e una prosa tagliente, ci insegna a costruire una relazione seria con quella persona complicata che vediamo allo specchio. E no, non bastano due mantra motivazionali e una playlist di Beyoncé per risolvere tutto. Serve lavoro vero. Quindi, se state per cliccare sul prossimo video di gattini, fermatevi. Questo è per voi.
Parte 1: Perché l’autostima è la nuova moneta della felicità
Branden ce lo spiattella chiaro: le persone con una buona autostima sono gentili, giuste e rispettose. Quelle che ti tengono la porta aperta, insomma. Invece, chi si detesta (spoiler: più di quanti vogliamo ammettere) si rifugia in critiche, egoismo e fa più danni della peste bubbonica. Non c’è mistero: se odi te stesso, è dura amare chiunque altro.
La riflessione bomba del libro? “Gli assassini di questo mondo non sono mai persone che hanno relazioni intime amorose con se stesse.” Uno schiaffo che fa male quanto un brutto selfie. Insomma, un’autostima sana non solo ti salva dall’essere una versione umana di Voldemort, ma ti rende anche una persona capace di costruire relazioni felici e, udite udite, di sopravvivere in questo caos moderno.
Parte 2: Quando la tua autostima si prende una vacanza
Se vi state chiedendo come si riconoscono le persone senza autostima, Branden ha la lista pronta: incolpano gli altri per i loro fallimenti, si difendono criticando a destra e a manca, e si tormentano per ogni errore come se avessero bruciato un soufflé in diretta nazionale. Questi individui vivono nell’incubo di “non sono abbastanza”. E il peggio? Credono che la loro autovalutazione dipenda dagli altri.
Stop! Non siete un meme vivente in cerca di “mi piace”. Branden ci invita a riscrivere questa narrativa tossica: ciò che pensiamo di noi stessi dovrebbe nascere dalla nostra consapevolezza, non dai giudizi altrui. Più facile a dirsi che a farsi? Certo. Ma è qui che entrano in gioco i suoi sei pilastri della salvezza personale. Pronti? Allacciate le cinture.
I Sei Pilastri dell’Autostima (O, come io li chiamo: La Dieta Paleo per la tua mente)
Vivere consapevolmente.
La vita è una realtà, non una wishlist. Branden ci ricorda che molte persone vivono con gli occhi bendati, evitando di guardare in faccia la realtà. Pensate a quando ignorate il conto della carta di credito: sembra meno doloroso, finché la verità non vi schiaffeggia. La consapevolezza è dura, ma necessaria.
Accettarsi.
Spoiler: accettarsi non significa approvarsi ciecamente. È l’esatto opposto di guardarsi allo specchio dicendo: “Va tutto bene così”. Significa sapere chi siete, difetti compresi, e decidere dove e come migliorare.
Rendersi responsabili.
Nessuna divinità o guru può fare il lavoro per voi. Siete il conducente del vostro treno esistenziale. Sì, può sembrare terrificante. Ma sapete qual è la parte bella? Avete il controllo. Potete decidere direzione, velocità e anche se fare una pausa per un caffè.
Affermare il proprio io.
Dite “no” al conformismo tossico! Affermarsi significa pensare con la propria testa, parlare con autenticità e agire in base ai propri valori. Non si tratta di ribellarsi per il gusto di farlo, ma di non lasciare che le aspettative altrui governino la vostra vita.
Darsi un obiettivo.
Vivere senza obiettivi è come fare maratone su Netflix senza sapere quale serie guardare. Branden insiste: avere un fine ci dà energia e direzione. E sì, potrebbe volerci uno sforzo immenso. Ma sapete cosa? La fiducia in voi stessi crescerà a ogni passo.
Essere integri.
Coerenza, gente. Dite di credere nella gentilezza? Bene, non fate i furbetti al parcheggio. L’integrità è allineare ciò che pensate, dite e fate. Se non lo fate, la prima persona a non fidarsi più di voi siete voi stessi.
Parte 3: Perché il mondo moderno ti sabota (e come difenderti)
Branden ci offre un reality check che non possiamo ignorare: viviamo nell’era delle scelte infinite. Non c’è più un unico codice morale, religioso o etico. È tutto fai-da-te, dalle decisioni lavorative a quelle sentimentali. Ma questa libertà ha un prezzo: senza autostima, ogni decisione diventa un salto nel buio.
E poi c’è il fattore società moderna: oggi non è più solo il muscolo a contare, ma il cervello. Ideare, adattarsi, essere resilienti: tutto dipende dalla fiducia in sé stessi. Siamo obbligati a reinventarci costantemente. Senza autostima, però, ci trasformiamo in zombie insicuri pronti a farci divorare dalla competizione.
E per i bambini?
L’ultima stoccata di Branden è per i genitori: “Volete crescere figli forti e sicuri? Lavorate sulla loro autostima.” Non si tratta di riempirli di complimenti vuoti, ma di insegnare loro a conoscersi e accettarsi, a vivere con consapevolezza e responsabilità.
In un’epoca dove anche le scuole sono diventate arene di confronto spietato, Branden lancia una proposta radicale: insegnare la pratica dell’autostima in classe. Perché, ammettiamolo, sappiamo a memoria il teorema di Pitagora, ma quasi nessuno di noi sa come costruire una relazione sana con se stesso.
Gianluca Zotti
Sabato 23 Novembre 2024