Google Auto. Proprio così, non ci siamo sbagliati con Car. Google Auto è il marchio registrato da Big G per avere l’autorizzazione a costruire automobili negli Stati Uniti e fuori. La compagnia ha registrato il marchio nel 2011 ma si tratta del primo passo concreto in vista della possibile commercializzazione delle macchine senza pilota tra il 2017 e il 2020. L’idea della self driving car risale al 2005 ma ci sono voluti anni di ricerca e sviluppo dei prototipi, nonché delle concessioni legislative al transito delle auto che si guidano da sole, per arrivare ai primi test svolti lo scorso anno per le strade della California. Non mancano le polemiche per i casi di incidente in cui sono state coinvolte, ma è indubbio che si tratta del più massiccio investimento per ridurre l’inquinamento e per cercare di rendere più sicuri i viaggi in auto.
Le lenti a contatto per diabetici. La compagnia starebbe lavorando a delle lenti speciali in grado di analizzare il livello di glucosio all’interno del liquido lacrimale e avvisare chi le indossa quando si registrano squilibri di livello. Sarebbe la rivoluzione per chi soffre di diabete e potrebbe essere il futuro della tecnologia indossabile, considerando anche il blocco nei confronti dei Google Glass.
Mongolfiere e droni per diffondere Internet. L’intenzione di Big G è di aiutare le persone ad essere connesse e a poter comunicare tra loro. L’obiettivo è portare internet a 4 miliardi di persone che oggi non ce l’hanno. Dopo il progetto Loon (che prevedeva l’utilizzo di mongolfiere per portare internet in alcune zone rurali dell’Africa) sta per partire il Titan: droni ad energia solare che funzioneranno da satelliti. Uno per gli spazi sterminati, l’altro per le zone più delimitate e difficili da raggiungere. I primi test di volo dovrebbero partire entro la seconda metà del 2015.
Google Earth. La mappa virtuale della Terra lanciata nel 2004 ha avuto un successo clamoroso, riscontrando anche applicazioni significative durante le emergenze umanitarie in caso di catastrofe naturale. A breve, potremo disporre di immagini satellitari in tempo reale, in virtù dell’acquisizione, pochi mesi fa, di Skybox per 500 milioni di dollari, la compagnia privata statunitense nata con l’intento di fornire decine di foto al giorno dai propri satelliti in orbita.
Robotica. La divisione robotica è una delle punte di diamante su cui il colosso di Mountain View sta puntando molto per il futuro: nell’ultimo anno ha compiuto 9 acquisizioni in questo campo, compresa la Boston Dynamics, una delle società maggiormente sviluppate nel campo della robotica militare. Si sta lavorando ad un umanoide in grado di comprendere l’ambiente che gli sta intorno e di saper reggere una conversazione. Non una semplice operazione commerciale ma un progetto dalla visione più ampia e che possa integrarsi con le altre idee in evoluzione. Big G vuole lasciare un’impronta indelebile: tra 30 anni gli ingegneri si immaginano che una persona possa camminare per strada, comprare un oggetto con i Google Glass, tornare a casa con la macchina senza pilota e trovare l’umanoide già pronto a effettuare la consegna.
Project Ara. Il progetto per il primo smartphone targato Google. Se il Nexus viene progettato in collaborazione con una società esterna, questo sarebbe il tentativo di realizzare tutto in casa, con una prospettiva open. L’idea sarebbe quella di poter “confezionare” il proprio modello in base ai gusti, potendolo aggiornare con un hardware più moderno senza dover cambiare telefono. In autunno dovrebbe uscire il primo prototipo per i test.
Google Lively. Una comunità virtuale dove poter rifugiarsi. Un mondo in 3D fatto di avatar, spazi personalizzati e la possibilità di chattare con gli altri utenti che però si è rivelato un mezzo flop ed è stato cancellato nel 2008.
Google Books. Il progetto era grandioso. Bisognava fare negli anni duemila quello che avevano fatto gli amanuensi prima della diffusione della stampa: digitalizzare milioni di volumi in collaborazione con aziende editrici e università di tutto il mondo, per rendere la ricerca di un libro semplice come quella sul web.
La pillola rivela malattie. Lo scorso ottobre Big G ha annunciato di aver cominciato a sviluppare una pasticca con nanoparticelle in grado di analizzare i dati clinici del paziente e scoprire malattie di diverso tipo, anche tumori allo stadio iniziale. Potrebbe essere la rivoluzione verso una maggiore prevenzione delle malattie.
La turbina eolica volante. Acquistato nel 2013 dalla Makani Power, l’enorme “aquilone” potrebbe rivluzionare l’energia derivata dal vento. Invece delle classiche pale di un mulino, la turbina viene lanciata a 450 metri di altezza dove sarebbe in grado di volteggiare sfruttando appunto le correnti e trasformandole in energia elettrica, con minori costi e una resa maggiore.
Fabrizio Zoccolo
Martedì 06 Dicembre 2016