Ancora non buone notizie per il social commerce: se i recenti numeri di Capgemini disegnano un panorama in cui i social media sono visti come una componente meno importante del percorso di acquisto rispetto a due anni fa, anche e-Marketer, riportando dati di Harris Poll per DigitasLBi sul mercato Usa, non fornisce dati confortanti. A dispetto degli sforzi dei colossi, l’ultimo quello di Twitter che ha aggiunto il tasto buy ai Tweet, non sono molti gli utenti americani che compiono l’ultimo passo verso il social-acquisto: al momento solo il 5% degli utenti Internet adulti ha fatto un acquisto su un social network come Facebook, Twitter o Pinterest. Secondo i ricercatori però, questi dati rivelano ”l‘enorme potenziale inutilizzato di crescita che c’è nel commercio social, soprattutto tra i consumatori più giovani“, spiega Tony Weisman, CEO, DigitasLBi Nord America. “Il 5% di americani che hanno effettuato un acquisto su un sito di social media equivale a circa 14 miliardi di dollari di fatturato di vendita al dettaglio on-line. Se saremo in grado di raggiungere il 20%, la cifra scalerebbe a 56 miliardi dollari. Per attivare questo potenziale, i marchi e le reti sociali hanno bisogno di fornire esperienze di social shopping che soddisfino le esigenze dei consumatori, compresa la sicurezza sui dati finanziari, privacy, e un processo di acquisto senza soluzione di continuità.”
Infatti sulla base della ricerca, migliori misure di sicurezza potrebbero motivare i social networker ad acquistare attraverso i social: il 42% degli utenti ha dichiarato che sarebbe più propenso a fare un acquisto se sapesse che le informazioni di credito sono sicure, mentre il 38% dichiara che avere la certezza che gli acquisti non sarebbero condivisi, farebbe aumentare la probabilità di portare a termine l’operazione. Eppure, a sottolineare estrema “mobilità” sul tema anche da parte degli acquirenti, nonostante molti mostrino un desiderio di sicurezza, circa un quarto degli intervistati ha dichiarato che non avrebbe problemi a comprare pur sapendo che il brand in questione potrebbe conoscere e tracciare la loro storia d’acquisto.
Età del campione e prezzo dei prodotti papabili sono gli altri due ambiti di riflessione su cui si sofferma la ricerca: i giovani tra i 18 e i 34 anni sono quelli più propensi a fare un acquisto attraverso social media anche rispetto ai 35enni (11% contro il 3%, rispettivamente.) Sul fronte prezzi, un terzo degli intervistati si dichiara disponibile a fare un acquisto se il totale dello shopping non superasse i 25 dollari e ulteriori risposte indicano che il costo sicuramente ha un’influenza elevata nella motivazione o meno alla spesa: il 35% sarebbe disposto ad utilizzare un hashtag se ciò significasse ottenere uno sconto.
Fabrizio Zoccolo
Mercoledì 13 Maggio 2015